Lo Psicologo dello Sport e del Movimento è la figura professionale formata ed abilitata per valutare e potenziare i processi cognitivi, emotivi e comportamentali che influenzano le prestazioni dell’uomo, degli atleti e delle squadre nel contesto motorio, sportivo e di management. Interviene affinché si possa giungere a coordinare in modo eccellente il rapporto pensiero-azione al fine di aumentare le proprie competenze mentali quali l’attenzione, la concentrazione, la motivazione, il goal-setting, la gestione dell’umore e delle emozioni, la performance, la resilienza, l’antifragilità e l’autostima. Inoltre può accompagnare i tecnici sportivi o i manager verso una crescita esponenziale dei propri team. Fine ultimo è aiutare lo sportivo, i tecnici, i dirigenti e i manager a migliorare la propria qualità di vita e a raggiungere l’eccellenza.

La cultura dell’alibi può essere presente sia nel mondo sportivo che in quello manageriale. Nel caso dell’alibi si cercano delle scuse sul perché non si possono fare le cose invece di soffermarsi su cosa stiamo facendo per non far accadere le cose.
Da questo modo di fare nasce la cultura dell’alibi.

L’alibi è di fatto una scusa, ossia quel pretesto che tende a diventare un argomento di auto-difesa attraverso il quale una persona cerca di convincere se stessa e gli altri di non essere responsabile del proprio errore.
Per parlare di alibi dobbiamo provare a conoscere ciò che Rotter nel 1966 definiva con quella che fu chiamata la Teoria del Locus of Control, ossia la maniera in cui le persone si spiegano gli eventi e quindi da come si percepisce ciò che ci accade in base al nostro modo di vedere il mondo. Per questo motivo possiamo dire che il locus of control è definibile come lo stile di attribuzione causale, ovvero, riguarda su come le persone interpretano le cause degli eventi.